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Saranno anche stati “solo” in duecento i manifestanti ma nel cuore di Udine, deserto anche all’antivigilia di Natale, nei giorni più attesi dal commercio, erano una moltitudine!
Questa entità di persone – che qualcuno fra i media locali minimizza – non poteva aspettare la primavera per denunciare la gravità della piega amministrativa presa da Honsell con la complicità del PD.
Dal buco di Zardin Grant alla Loggia del Lionello resa uggiosa dalla nebbia, la manifestazione di lunedì 23 dicembre denunciava la mal amministrazione e l’oscurantismo del Sindaco Honsell e della sua giunta nella gestione delle scelte strategiche per il futuro stesso di Udine.
Le opposizioni compatte e i cittadini non sono scesi in piazza per mera ideologia di parte ma – consapevoli che soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica non si dovrebbe cedere alle sirene pindariche e personalistiche – col grido “dimissioni” hanno voluto ribadire con forza e coraggio la necessità di un confronto chiaro, ampio e approfondito ma finora latitante anche all’interno dello stesso Consiglio comunale, esautorato nelle sue funzioni e competenze dalla protervia delle imposizioni del sindaco Honsell. Confronto che manca anche con la popolazione, ultima vera entità che subirà impotente queste tattiche scellerate.
L’accordo secretato di Honsell con Hera SpA, con la lettera d’intenti in esclusiva, è stato infatti solo l’ultima goccia.
La lunga mano di Hera, Spa multiutility (acqua, elettricità e rifiuti oltre al gas) – che nella corsa per espandersi in un nuovo monopolio già si è protesa sul nord-est con l’incorporamento di Acegas a Padova e Trieste e una decina di giorni fa si è ulteriormente estesa sulla totalità di “Est reti elettriche” – ora vuole inglobare anche Amga per le “Reti gas” (2.554 km di rete, con 153.000 punti di riconsegna!) che Amga controlla.
Amga è un’azienda solida, storica e che produce utili per la città di Udine e altri Comuni del territorio friulano. Genera quindi rabbiosa perplessità il più che probabile intento di Honsell di fonderla in Hera, a totale favore di un ulteriore aumento di capitale in azioni che Hera potrà poi giocarsi in Borsa.
Ovvero, in altri termini, la svendita annunciata di un patrimonio reale per una contropartita aleatoria e in balia del mercato azionario, con al timone Hera Spa, già pesantemente indebitata per 2 miliardi e 600 milioni di euro e costretta a continuare a ingurgitare municipalizzate per mantenere stabile il valore dei titoli emessi e dei relativi dividendi. Ma fino a quando reggerà la corsa?
Inoltre se, come afferma Honsell, “le gare d’ambito sono una cosa nuova per tutti”, la sua mancanza verso i cittadini è ancor più grave!
Come può Honsell anche solo pensare di decidere da solo e con quale diritto sovrano crede di poter imporre a Udine e al Friuli un futuro irrevocabile a misura esclusiva sua e del suo partito di riferimento?