~
L’avvisaglia della tempesta
Una sberla frastagliò di stelle l’aura di Udine in settembre con la notizia mediatica della firma – in totale autarchia dal Consiglio comunale- del sindaco Furio Honsell su una lettera d’intenti, con vincolo esclusivo e riservato, preliminare alla fusione della municipalizzata Amga nella multiutility emiliana Hera.
Una “sberla” che lasciò basiti e perplessi sia i cittadini che il Consiglio comunale: semmai il marinaio che salpa lascia sul molo un cuore infranto – signor sindaco – non la stessa sua rotta! Soprattutto dopo averla sventagliata in ogni dove per tutta la campagna elettorale: “ Promuoveremo lo sviluppo dell’AMGA secondo la nuova mission di gestore delle reti gas e di operatore nel settore delle energie alternative a quelle da fonti fossili ”. Strano modo per annunciare i saldi del suo secondo mandato! ( Udine città pulita: ambiente e territorio )
Per capirne di più Paolo Perozzo, nella sua veste di presidente della Commissione di Verifica del programma – l’unica che il M5S è riuscito a strappare alla diatriba delle spartizioni – convocò il presidente del CdA di Amga, Paolo Cerutti, alla seduta del 27 settembre 2013, oltre al dirigente Rodolfo Londero, preposto alle partecipate del Comune.
Londero subito cercò di rassicurare i consiglieri: “l’accordo con Hera è solo un percorso per studiare la possibilità di un’aggregazione/fusione, uno studio di aspetti operativi che è ancora al punto zero e che al termine dei quattro mesi di lavoro verrà presentato al Consiglio comunale”, quasi facendolo intendere come una qualsiasi prassi esplorativa.
Subito dopo il presidente di Amga, Cerutti, disse che per via del vincolo di riservatezza fra il sindaco e Hera non poteva dir molto, giusto che da poco aveva in casa “ospiti” inattesi. E neppure, per correttezza verso il sindaco, al quale sarebbe stato presentato di lì a qualche giorno, poteva illustrare il piano strategico per le gare, appena approvato all’unanimità dal CdA di Amga. Le domande dei consiglieri furono parecchie ma tutto ciò che Cerutti si sentì di “rivelare” furono poche indicazioni già circolate nei media, come qualche cifra generale di Amga.
Ipotizzò in circa 50 milioni la cifra necessaria per affrontare al meglio le tre gare d’ambito, ricordando che la cessione del “ramo acqua” al CAFC avrebbe portato in cassa entro gennaio una buona ventina di milioni.
Lo studio da poco concluso per il piano strategico non prevedeva ipotesi di integrazione ma solo possibili partner finanziari a supporto della società “Reti Gas FVG”, interamente partecipata da Amga e che gestisce la distribuzione. Fondi comunque reperibili in varie forme, “dall’autofinanziamento al socio finanziario di minoranza in “Reti Gas FVG” al normale indebitamento del sistema” ipotesi per cui “con i possibili partner finanziari sono già stati avviati dei contatti”. Chiuse il suo intervento affermando “Amga non è seconda a nessuno, sia tecnologicamente che nelle sue possibilità di vincere le gare d’ambito”.
Se il sindaco e la sua maggioranza speravano di aver smorzato questo spasmo di preoccupazione per la lettera d’intenti, la brace sotto la cenere continuava a surriscaldare la tensione, anche attraverso varie prese di posizione sulla stampa locale. Insomma, il livido della “sberla” era sempre più evidente, tanto che il M5S avviò una raccolta firme contro la fusione con Hera oltre a degli incontri pubblici con la cittadinanza sull’argomento.
Il 13 novembre Perozzo convocò di nuovo Cerutti in commissione per avere qualche dato tangibile sulle possibilità di Amga “stand alone”, cioè da sola. Commissione che vide l’intervento iniziale del sindaco Honsell, avvolto nella veste di buon padre di famiglia, grato per l’offerta inattesa di Hera a supporto di un’alleanza vincente ma alquanto seccato dalla richiesta di trasparenza di un pugno di allievi ribelli e dalla loro cinica diffidenza sul suo obbligo di discrezione.
Il culmine della discrezione fu però subito dopo che “papà” sindaco abbandonò il consesso: il capogruppo della sua lista, Enrico D’Este, tentò d’invalidare la seduta giungendo fin all’abbandono dell’aula insieme a tutti i commissari della maggioranza, nel tentativo di almeno far mancare il “numero legale”.
“Bravi” avrebbe detto il Manzoni. Purtroppo per loro la seduta non prevedeva votazioni e Perozzo non si lasciò impressionare, facendola proseguire con l’audizione di Cerutti rivolte al piano industriale approvato dal CdA di Amga il 24 settembre. Piano strategico “redatto con il management di Amga e la certificazione di una primaria società di revisione, la Price, che prevede alcuni scenari”.
Il principale è sicuramente la partecipazione alle gare per i tre ambiti in cui è divisa la provincia di Udine, che si svolgeranno a partire da dicembre 2014 fino a metà 2015 e che affideranno al vincitore la gestione delle reti gas per 12 anni: l’ambito 1 riguarda la parte nord (escluso il collinare, per il quale la gara è già stata vinta da Amga lo scorso anno), l’ambito 2 comprende Udine e i comuni del circondario, l’ambito 3 riguarda la parte sud della provincia. Il principale competitore di Amga dovrebbe essere Italgas, che è presente al 42 per cento nell’ambito uno e al 32 per cento nel 3 mentre è assente nell’ambito 2.
Amga invece, è presente al 33 per cento nell’ambito 1 (considerandolo con il collinare è al 50%), al 54 per cento nell’ambito 3, e al 90 per cento nell’ambito 2.
Sommando ipoteticamente i tre ambiti, sempre escludendo il collinare, la presenza di Amga è al 68 per cento, mentre Italgas copre appena il 19 per cento. La prevalenza della rete distributiva di Amga è evidente, dato che la possibilità di vittoria si basa su due parametri fondamentali: per il 70 per cento sull’offerta tecnologica e solo per il 30 per cento sull’offerta economica..
Per gli indennizzi e altre necessità correlate, questa volta Cerutti ipotizza circa 50-60 milioni, da reperire nelle ipotesi già dette, finanziamento a debito, partner sociale o la suddivisione delle due ipotesi, sempre per “Reti Gas FVG”. In caso di perdita di tutti e tre gli ambiti, Amga dovrebbe avere un indennizzo verso i 140 milioni mentre, per legge, il personale della distribuzione (quello già conferito a Reti Gas FVG) verrebbe assorbito dal vincitore, quindi la situazione non sarebbe catastrofica, dato che Amga continuerebbe a vendere il gas e le altre attività.
Al di là di questa parentesi iper-pessimistica, Cerutti non nasconde che il rischio di perdere le gare ci sia, essendo queste pubbliche, ma appare convinto che partecipare sia comunque un’ipotesi sostenibile dal punto di vista strategico, dato che la distribuzione è per Amga un’attività sviluppata da molto tempo. Un’ipotesi che, in caso dell’intera acquisizione dei tre ambiti, in un prossimo futuro potrebbe anche portare alla creazione dell’ambito unico del Friuli, con grandi vantaggi sulla stabilità dell’azienda. Inoltre le analisi del mercato distributivo ipotizzano che con queste gare i 240-250 attuali operatori nazionali scenderanno a una cinquantina e Amga, vincendo i nostri tre ambiti, si posizionerebbe circa al 20° posto in Italia.
Ora però, in parallelo a quanto sopra, c’è l’ipotesi della negoziazione con Hera. Entrambe le cose hanno aspetti variegati, secondo Cerutti, che le sta studiando in contemporanea nonché – sembra di intuire quando auspica “una logica temporale utile per tutti” – con un tempo troppo breve a disposizione per un’accurata valutazione dell’ipotesi Hera assieme all’implementazione del piano in atto, dovuta anche alla variazione delle tariffe imposta dall’Autority lo scorso ottobre. Non manca di sottolineare, come presidente del CdA: “Ci sentiamo di partecipare alle gare con piena dignità nei confronti degli altri concorrenti e con la stessa serietà cerchiamo di valutare l’ipotesi Hera. Starà poi a voi, come Consiglio comunale, decidere il futuro di Amga ”.