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Mentre Honsell e la sua giunta credono che chiudendo gli occhi l’incubo si trasformi in sogno e mentre il centrodestra “disinfetta” il piazzale della Cavarzerani come provocatoria profilassi verso chissà quale morbo, la città guarda sgomenta questo pellegrinaggio senza fine di anime in cerca di un po’ di pace.
Il Movimento 5 Stelle, primo firmatario Paolo Perozzo, già a fine aprile ha presentato, con le altre opposizioni, la richiesta di una commissione Politiche sociali ad hoc, per avere il quadro della situazione dei profughi e dei richiedenti asilo politico che si stanno riversando nella città di Udine. Commissione che, a oggi, ancora latita (il termine per esaudire la richiesta sarebbe di dieci giorni) mentre il problema si aggrava ogni giorno di più, con arrivi che, con la bella stagione, saranno sempre più numerosi. Ma anche l’autunno e il freddo non sono poi così lontani e la carità cristiana non basterà più.
La città chiede risposte ora perché è adesso che bisogna affrontare l’emergenza con dignità e consapevolezza per non infangarsi nelle operazioni improvvisate a cui assistiamo quotidianamente.
Anche il recente “smistamento” di 210 profughi in altre regioni è avvenuto nello squallore più totale, in un piazzale sotto la pioggia, come se a Udine non ci fosse alcun luogo con una tettoia (la stazione delle corriere, per esempio).
Hosam Aziz, presidente della commissione Politiche sociali, non può rimandare a oltranza il confronto con le opposizioni, chiarendo quale sia la posizione del Comune riguardo a questa emergenza.
E lo deve fare adesso, perché – come ci ha ben ricordato ancora il 17 gennaio 2014 in Consiglio comunale – ha “vinto le elezioni” e quindi se lui “comanda”, lui è anche fra i primi responsabili di questo disastro umanitario.