In Friuli Venezia Giulia stiamo, purtroppo, dal punto di vista democratico, arrivando alla frutta.
Da una parte si va, in pratica, nella direzione di togliere sempre più potere decisionale ai comuni e ai consigli comunali, specie alle opposizioni, con la legge sull’abolizione delle provincie (forse sarebbe però più onesto intellettualmente sostituire la parola “abolizione” con “mutazione genetica”).
Dall’altra si agisce in modo complementare ma inverso, aumentando gli oneri a carico degli stessi, ad esempio prevedendo il fatto che d’ora in poi saranno gli enti locali ad occuparsi delle scuole e della loro manutenzione e ristrutturazione, senza specificare però più di tanto, almeno sugli organi di informazione, sulle modalità con le quali sarà finanziato questo processo.
Ora, un’altra tegola sulla testa dei comuni, peraltro sotto periodo estivo.
Una prevista legge in discussione in breve in Parlamento, che prevede l’inversione della responsabilità ora in vigore tra Prefettura 80% e Comuni 20%, per la diffusione omogenea sul territorio dei migranti.
Cosa che potrebbe essere anche di per se anche positiva, ma che risulta inqualificabile per il procedimento adottato fin dall’inizio. Prima creare e perseverare a mantenere la criticità (accoglimento di non solo richiedenti asilo sapendo a priori che la situazione nel lungo periodo non sarebbe stata gestibile in modo adeguato, accompagnato da poche risorse assegnate alle commissioni di valutazione e molte all’accoglienza, con conseguente dilatazione abnorme dei tempi dei procedimenti e dei costi relativi) e poi, come per le risorse alle UTI, piegare i comuni non accondiscendenti alle decisioni non proprio razionali dell’Ente centrale, prendendoli per fame.
Cercando di asfaltare che alza la testa.
Un film già visto, forse troppe volte.
Ma, a questo punto, penso purtroppo che il peggio, democraticamente, debba ancora arrivare.
Attendiamo fiduciosi.
Claudia Gallanda.
Consigliera Comunale
M5S.
Inviato alle principali testate il 24.07.16