Dopo che Claudia Gallanda aveva chiesto in maling-list con gli organizzatori – e ben prima del collega Fleris Parente – di poter intervenire alla convention a Trieste per i dieci anni del V-day, alla stessa Gallanda è stato negato di poter intervenire alla convention, in rappresentanza di Udine.
La Gallanda è stata quindi giudicata non rappresentativa.
Della decisione si è assunta la responsabilità la Presidente del gruppo regionale, Elena Bianchi, “Laureata in psicologia”.
Invece è stato interessante e grottesco l’intervento del consigliere Parente – completamente assente dalle scene dal maggio 2013 a metà 2014 – mentre parlava di partecipazione.
Colpiva in particolare il suo intervento sullo streaming e sugli emendamenti relativi, dato che furono un lavoro quasi
completamente svolto proprio dalla Gallanda, rubando ore al sonno per presentarli in tempo utile, a causa dell’incuria di chi ne aveva la competenza, l’ex consigliere Deganutti, prima delle sue dimissioni dal consiglio comunale, che richiamavano il dormiente Parente.
Dimissioni senza le quali il “motivatissimo” Parente probabilmente non si sarebbe più visto nemmeno in fotocopia….
Agendo in questo modo, tra l’altro, la consigliera Bianchi, papabile candidata al ruolo di presidente della Regione FVG, ha di fatto legittimato la votazione illegittima effettuata nei confronti di Gallanda e Perozzo mesi fa da persone in gran parte non aventi diritto di voto.
Votazione portata avanti da qualche aspirante nuovo eletto e avallata da alcuni simpatizzanti dell’ ultima ora e sulla cui regolarità né i consiglieri comunali Porzio, Parente e Franceschi (astenuti) ne’ quelli regionali hanno ritenuto di eccepire alcunché.
Forse perché avallare il comportamento scorretto di alcuni attivisti può portare due piccioni con una fava?
O forse perché l’anniversario del V-day coincide con la fine del movimento e l’inizio del partito?
Claudia Gallanda
Consigliere comunale di Udine
M5s