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COMUNICATO 85/2017 del 28.10.17 COMUNICATO ASILO NIDO

FOTO ASILI NIDO

Buongiorno,

vorrei intervenire sulla questione degli asili nido, con alcune riflessioni.

Fatto salvo l’aspetto educativo, e di socializzazione, che dovrebbe essere comunque onere anche delle stesse famiglie (ritrovarsi al parco o in altre sedi organizzandosi tra famiglie, specie se non si lavora, dovrebbe essere una “buona prassi” -termine caro al PD- senza dover necessariamente ricorrere al servizio pubblico strettamente considerato, che comunque ha un costo importante per la collettività).

Inoltre vorrei porre l’attenzione sul fatto che l’aspetto educativo e di socializzazione sarebbe comunque garantito anche se il tempo di fruizione fosse parziale (ad esempio le 4 ore del mattino, pranzo escluso).

In questo modo, quindi, gli oneri a carico del comune sarebbero ridotti notevolmente, (presumo circa 2 milioni in meno, che di questi tempi non sono pochi) e contemporaneamente sarebbe garantito anche il diritto non solo dei genitori che non lavorano -“mamme e papà (che) ricevono il bollettino mensile a zero”-, ma anche dei genitori che hanno la fortuna di lavorare in due ma la sfortuna di vedersi decurtare le entrate in maniera significativa.

Ulteriori considerazioni stanno nel fatto che i genitori che non pagano la retta siano in larga parte stranieri, e che non esistano in proposito sufficienti controlli a parte la presentazione della dichiarazione ISEE e qualche sporadico controllo da parte della Guardia di Finanza, che garantiscano in maniera sufficiente chi paga le tasse da possibili abusi in proposito (lavoro nero da parte dei fruitori del servizio).

Poi anche il fatto di trovare le cose già pronte, a mio avviso, stimola sempre meno negli individui un sano spirito di propria iniziativa.

Claudia Gallanda.
Consigliere comunale di Udine
M5s

Pubblicato il 28.10.17 in risposta a:

MV: Rette degli asili nido Udine la città più cara Costi ridotti a Gorizia
l’indagine

di Michela Zanutto UDINE Crescere un figlio a Udine è molto più costoso che nel resto della regione. La retta per un asilo nido nel 2017/2018 tocca i 415 euro il mese, ben il 43 per cento in più se rapportato a Pordenone (291 euro). Medesimo discorso per le mense: sia nelle scuole dell’infanzia sia nelle primarie la cifra supera gli 800 euro, mentre nel resto del Friuli Venezia Giulia in nessun caso oltrepassa i 680 euro. Ecco la fotografia – aggiornata a ottobre – scattata da Cittadinanzattiva nel suo report “Servizi in… Comune”. L’indagine sugli asili nido comunali è stata condotta su tutti i capoluoghi di provincia italiani: in Italia mediamente si spendono 301 euro al mese per mandare un figlio al nido, 720 per la mensa nelle scuole dell’infanzia e 745 nelle primarie. Il campione è una famiglia tipo composta di tre persone (due genitori e un minore sotto i 3 anni) con un reddito lordo di 44 mila 200 euro corrispondente a un Isee di 19 mila 900 euro. La rilevazione si è concentrata sulle tariffe applicate per il tempo pieno, con frequenza per cinque giorni a settimana nell’anno scolastico 2017/2018. Lo studio condotto è stato raffrontato con i dati raccolti nel 2014/2015 e nel 2005/2006, offrendo un quadro generale che evidenzia i cambiamenti sia in termini di offerta sia di impegno economico sostenuto dalle famiglie. Per quanto riguarda il livello di compartecipazione delle famiglie alla spesa complessiva per il servizio di asilo nido comunale, secondo i dati ricavabili dai Certificati consuntivi 2015 dei Comuni (gli ultimi disponibili), si attesta mediamente al 21 per cento. In Friuli Venezia Giulia la spesa media mensile per un nido comunale è di 341 euro, in calo del 2,9 per cento rispetto alla cifra richiesta nell’anno scolastico 2014/2015, che toccava i 352 euro. Viceversa troviamo un aumento del 2,3 per cento se raffrontiamo il dato a dodici anni fa, quando i genitori sborsavano 334 euro al mese. Un calo dei costi nell’ultimo anno si è verificato anche per le mense delle scuole dell’infanzia: mediamente in regione mamme e papà spendono 644 euro l’anno, meno 1 per cento rispetto al 2016/2017. Se guardiamo però all’anno scolastico 2005/2006, allora la spesa è cresciuta di 5,9 punti (era a 608 euro). La tendenza delle mense nelle scuole primarie invece è sempre in crescita, al netto delle polemiche passate sotto la stringa della “guerra del panino”. Durante questo anno scolastico le famiglie spendono 703 euro l’anno, appena a settembre 2016 erano 695 euro (più 1,2 per cento) e 674 euro nel 2005/2006 (più 4,3 per cento). Va sottolineato però che la differenziazione territoriale è notevole. A Udine, come detto, la retta mensile di un nido tocca i 415 euro, in calo se paragonata a un anno fa del 2,1 per cento (era a 424 euro), più 4,3 sul 2005/2006 (398 euro). Il servizio mensa sfonda gli 800 euro all’infanzia (803) e raggiunge gli 830 euro alla primaria. Un bel salasso se paragonato, per esempio, a Gorizia: nell’Isontino i nidi costano 293 euro al mese (come l’anno scorso e perfettamente in linea rispetto a dodici anni fa), mentre le mense si fermano a 531 euro l’anno all’asilo (anche qui il raffronto annuale dà zero, ma sono calate dell’8,9 per cento rispetto al 2005/2006) e 666 alle elementari (meno 11 per cento la variazione in dodici anni). Anche nella Destra Tagliamento i prezzi sono contenuti rispetto alla media regionale. A Pordenone mandare un figlio all’asilo nido richiede una spesa mensile di 291 euro (in calo del 10,1 per cento rispetto a un anno fa), mentre assicurargli un pasto alla scuola dell’infanzia impone un esborso di 563 euro, 639 alla primaria (entrambe voci invariate da un anno all’altro). Infine, Trieste: la retta del nido si avvicina alle cifre friulane e costa 367 euro, esattamente come un anno fa, ma in crescita dell’11,2 per cento se paragonata al 2005/2006. Il servizio mensa comunque è ben lontano dalle cifre udinesi: 697 euro l’anno sia alla scuola dell’infanzia sia alla primaria.

MV: Disponibili posti per meno del 20% dei possibili utenti
Appena un bambino su cinque fra zero e due anni può andare all’asilo nido pubblico. A limitare l’accesso alla prima forma di socializzazione è la carenza di strutture.

In Friuli Venezia Giulia i posti disponibili sono mille 588 per una popolazione fra zero e 24 mesi di 8 mila 283 unità, la copertura pertanto è del 19,2 per cento. Sul territorio regionale le strutture sono 60, suddivise fra le 23 gestite direttamente dai Comuni (il 38 per cento del totale) che offrono mille 32 posti, le quattro date in gestione (il 7 per cento) che assicurano la frequenza di 187 bambini e le 33 strutture private convenzionate (55 per cento) che assicurano l’ospitalità a 369 bambini. Nonostante più di una struttura su due sia privata, la maggior parte dei bambini è accolta nei nidi comunali, pari al 65 per cento. Questo significa che le strutture interamente pubbliche sono mediamente più grandi. Scandagliando i numeri su base provinciale, scopriamo che la città con il numero più elevato di strutture e di posti disponibili è Trieste: 36 per 946 bambini. Segue – ma con quasi un terzo di asili nido in meno – Udine: 13 le strutture, di cui soltanto due comunali, in grado di accogliere 105 bambini fra zero e tre anni, due i nidi dati in gestione (102 posti) e nove i convenzionati (134 posti). Sette strutture per Pordenone e quattro per Gorizia con, rispettivamente, la possibilità di ospitare 144 e 157 bimbi. Nella Destra Tagliamento sono due i nidi comunali (offrono 99 posti) e cinque quelli convenzionati (45 ospiti). Infine, nell’Isontino il Comune di Gorizia gestisce un asilo dove possono socializzare 60 bambini, due le strutture date in gestione (85 posti) e un solo nido privato è convenzionato (12 posti). (m.z.)

MV: Rette negli asili: «Parziale l’analisi di Cittadinanzattiva»
Nei nidi comunali, il 61% delle famiglie non paga la retta per un Isee troppo basso. Conteggiato l’abbattimento della retta, il contributo regionale e il fondo europeo, mamme e papà ricevono il bollettino mensile a zero. Si tratta di benefici cui accedono quasi tutte le famiglie che si rivolgono ai nidi comunali, tanto che grazie a queste misure 205 utenti su 336, il 61,01% appunto, non paga il servizio. Inoltre su 336 famiglie 205 godono dell’abbattimento regionale e 115 del fondo europeo, mentre solo 17 utenti pagano la retta senza abbattimenti. Per garantire queste tariffe sia nei nidi comunali (341 posti) sia nelle nove strutture convenzionate (134 posti), l’amministrazione comunale investe annualmente quasi 4 milioni di euro arrivando a coprire (in base ai dati 2016) un costo medio mensile di mille 231,64 euro. La retta media mensile per l’utente comunale tipo è di 242,38 euro, che scende fino a 75,79 euro con gli abbattimenti del fondo europeo o del contributo regionale. «L’analisi di Cittadinanzattiva prende in considerazione solo una fascia Isee, la nona, dando una visione parziale del panorama tariffario – spiega l’assessore all’Educazione, Sport e Stili Raffaella Basana -». (m.z.)

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