Com’era prevedibile, Anna Maria Fritz -organizer del meetup di Udine- ed Elena Bianchi -consigliera regionale M5S nonche’ Presidente del gruppo regionale stesso (anche autorizzata all’assunzione e al licenziamento del personale) -da me invitate in modo ufficiale alla conferenza di oggi (23 c.m. ndr), le quali avrebbero avuto titolo ad esprimersi nel merito della lista delle amministrative per Udine, non si sono presentate, anche se venerdì sera, alla bicchierata augurale, erano entrambe presenti.
Tra l’altro Annamaria Fritz, anche grazie alle prerogative derivanti dal suo ruolo, ha operato nel corso dell’ultimo anno una serie di irregolarità formali e di censure, relative anche alla mia persona.
Di Elena Bianchi invece si sussurra sia molto preoccupata se la formazione di una lista del M5s per le amministrative di Udine non avesse luogo, date le logiche ripercussioni di questa variabile sulle elezioni regionali e, forse, anche sulle consultazioni nazionali.
E se dalla Fritz, dalla quale già venerdi sera avevo ricevuto verbalmente un diniego, mi è pervenuto anche un sms appena prima l’inizio della conferenza, giusto alle 9.49, sms che riporto qui di seguito, dalla Bianchi, nostra rappresentante in consiglio regionale, non ho avuto alcun cenno.
“Gentile signora Gallanda, Le comunico che non sarò presente alla conferenza stampa da Lei indetta per questa mattina, non essendo stata a ciò delegata dal gruppo del Meetup. A titolo personale, ritengo in ogni caso inappropriata la Sua richiesta, che appare mal intendere il Suo ruolo di portavoce del M5S in seno al Meetup stesso. Cordiali saluti. Anna Maria Fritz”.
Un modus operandi che dimostra solo come entrambe abbiano ben imparato e interpretato il meglio del meglio della “vecchia politica”.
La domanda principale che avrei voluto formulare ad entrambe è: “di chi è e di chi sarà la responsabilità della riuscita o meno della lista udinese, della qualità o meno delle persone che la comporranno, nonchè dell’adeguatezza del candidato sindaco M5S alle prossime amministrative di Udine?
Venerdi sera -presso la casa privata di Daniela De Mezzo, amica di Anna Maria Fritz, nonché sede anche dell’Associazione Omeopathos, in via Mazzini 9 a Udine- ho partecipato alla bicchierata natalizia anche per controllare il loro operato.
Una volta ci si trovava in luoghi pubblici, invece da un anno circa -in concomitanza con la “sfiducia Gallanda-Perozzo”- “l’assemblea” tende a prediligere luoghi privati.
E venerdi sera, mentre in una stanza si brindava, in quella contigua l’organizzatrice Fritz provvedeva -sottotraccia- a raccogliere le adesioni e il denaro necessario per produrre i certificati dei carichi pendenti.
(naturalmente ancora in mancanza di un voto sul regolamento prodotto da loro stessi nelle segrete stanze, nè sui miei relativi emendamenti ndr).
Le persone che ho visto appartarsi con Fritz erano per me illustri sconosciuti, o quasi.
A quanto sembra, in un assordante silenzio generale, la lista sarà composta da persone pressochè sconosciute agli attivisti di lungo corso e la sua formazione è comunque successiva a fatti pregressi alquanto pesanti oltre che illegittimi e pretestuosi ai danni di due consiglieri, la sottoscritta e Paolo Perozzo.
Domanda per entrambe: Chi si assume la responsabilità di questo scempio? Qual è la vostra opinione in merito?
Particolarmente ad Anna Maria Fritz:
– Perchè nelle ultime “sfiducie” (appunto a Gallanda e Perozzo) non si è rispettato il regolamento relativamente a diritto di voto, convocazione e ordine del giorno?
– Perchè nell’estate 2016, mentre l’ODG dell’assemblea avrebbe dovuto trattare di volantinaggio e affini, nella stessa seduta si rifecero le nomine di un associazione legata alla lista, decretando la nomina di Luca Vignando a presidente?
– Perchè per la formazione della lista si continua a lavorare sottobanco, inserendo novellini dopo anni di stasi, nonostante le mie fastidiose pungolature?
Alla consigliera Bianchi:
E’ stata il deus ex machina del FVG, prima con Saverio Galluccio (ex candidato Presidente FVG 2013 per il M5s, poi dipendente del gruppo consiliare regionale), poi da sola.
– Saverio Galluccio si è dimesso o è stato licenziato da lei? Nel secondo caso, per quali motivi?
Fare chiarezza su questi pregressi è quanto mai importante, specie in vista di un altra tornata elettorale e di nuove primarie per eleggere il candidato governatore FVG.
Inoltre ricordo a Bianchi anche l’evento del 20.03.2015, in cui un repentino quanto immotivato cambio di programma ad opera di Galluccio -programma che anche io avevo contribuito a preparare e che, oltre a una conferenza stampa, prevedeva una bicchierata dell’onorevole Di Maio con gli attivisti, e una successiva visita al parcheggio- diede il risultato di lasciare decine di attivisti in sterile attesa del momento conviviale con Di Maio, con cocente delusione, mentre i consiglieri regionali con le loro persone di fiducia e i consiglieri comunali più graditi (compreso il dimissionario Deganutti) si appartavano a pranzare con il deputato in altro luogo, a quanto pare individuato da Galluccio.
Ricordo l’uscita sui giornali della Bianchi, il giorno dopo, a proposito dei lavori del parcheggio di piazza I° Maggio -di cui non si era mai occupata- sui quali si era da poco aperto il procedimento avviato dall’ANAC, su mia segnalazione, che riuscii a stento a illustrare a Di Maio, che nulla ancora ne sapeva, nonostante i ripetuti tentativi -da me parzialmente sventati- di non farmici parlare (verbali e allegati a disposizione).
Io a quel tempo segnalai la cosa al “direttorio” -e quindi anche allo stesso Di Maio- ma non se ne fece nulla.
Gradirei inoltre essere aggiornata sulla questione della “laurea russa” della consigliera Bianchi, pratica per la quale io fui anche sentita in Procura, quale persona informata sui fatti, e sulla quale ho chiesto lumi varie volte, senza averne poi risposta.
– Come è andata a finire la cosa? Archiviazione? Patteggiamento?
Ribadisco che a candidarsi per il ruolo di Presidente della Regione FVG dovrebbe essere proprio Bianchi o Patuanelli, per i ruoli -diversi ma pregnanti- rivestiti dagli stessi negli ultimi anni, ruoli che comporterebbero una pari assunzione di responsabilità.
Ribadisco anche i miei dubbi sull’opzione Capozzella.
Vorrei inoltre conoscere:
– chi è inserito nelle mailinglist interne? Uno dovrebbe poter sapere a chi stia scrivendo. Perchè la consigliera Bianchi non risponde alle mie richieste di palesare i nomi dei partecipanti a queste mail?
E il consigliere Menis (ex candidato Sindaco per il M5s a Trieste, ora consigliere comunale) nominato da Di Maio con incarico fiduciario per gestire la campagna nazionale in FVG, e da me reso adeguatamente edotto dei fatti pregressi, dei nomi e delle responsabilità (ancor più l’ex suo collega Patuanelli) come mai ha dato a sua volta un incarico fiduciario quali referenti di zona alla Signora Fritz (nemmeno automunita) e alla Signora Farisco (che venne a votare con una o due presenze contro me e Perozzo, quando ce ne volevano 10, e che dopo è praticamente sparita), dopo quello che hanno fatto e quando le stesse non arrivano nemmeno a gestire in maniera consona i loro impegni attuali? O forse è proprio per questo?
Il tutto nonostante avesse una valida alternativa nell’ex candidata Sindaco -ora consigliera di Remanzacco- Cristina de Michelis e nel marito, che avevano offerto la loro disponibilità in tal senso.
Rilevo inoltre le inadempienze degli organizzatori Luca Vignando e Aulo Cimenti, come pure dei consiglieri regionali, che non hanno convocato, nonostante i miei ripetuti e formali solleciti, gli incontri che sarebbe stato necessario convocare quando ancora c’era il tempo per intervenire.
Buone Feste.
Claudia Gallanda
Consigliere comunale di Udine
M5s
https://udine.diariodelweb.it/udine/articolo/?nid=20150320_336948
Messaggero Veneto del 21.03.2017
ieri di maio in regione
Il M5s scheda il potere in Fvg «Serracchiani? Una comparsa»
◗ UDINE
Le dimissioni del ministro Lupi non bastano a Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera da Udine attacca a testa bassa il primo ministro Matteo Renzi e il capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone: «Dov’erano otto mesi fa quando abbiamo chiesto di rimuovere Incalza? Non volevano oppure non potevano intervenire?». È un fiume in piena Di Maio, mentre tiene a battesimo la “mappa del potere”: 3 mila 800 nomi ricorrenti, secondo i Cinque stelle, nelle partecipate pubbliche. Ecco perché della presidente Debora Serracchiani Di Maio dice: «È una comparsa come tutti gli altri». Basta collegarsi al sito www.movimento5stellefvg.it e seguire il link “la mappa del potere” per visualizzare le partecipazioni pubbliche della Regione con i relativi cda. Dati raccolti dai consiglieri regionali durante un lavoro durato due anni, ulteriormente aggiornabili anche grazie all’aiuto degli internauti, in perfetto stile Cinque stelle. «La mappa è un espediente grafico e semplice per fare vedere le varie connessioni fra enti e partecipate – spiega la capogruppo in consiglio regionale Elena Bianchi –. È triste che gli stessi nomi siano sempre in posizioni chiave, spesso anche in società che poco hanno in comune fra loro». Una mappa simile nel 2006 compariva nel blog di Beppe Grillo: «Mostrava la commistione, quando non la sovrapposizione, fra controllori e controllati», ricorda Di Maio. Davanti a un folto gruppo di simpatizzanti riunito in via Poscolle, a Udine, nella centralissima sede regionale dei gruppi di minoranza, Di Maio vuole parlare di Lupi. Di quelle dimissioni arrivate in ritardo e comunque insufficienti. «Se l’anticorruzione di Cantone avesse fatto ruotare i dirigenti dei ministeri come avevamo chiesto, allora questo governo avrebbe avuto un’attenuante – tuona il vicepresidente 29enne della Camera –. Noi siamo quelli che non vengono mai ascoltati prima e oscurati quando ci sono gli indignati del giorno dopo che condannano quanto successo». Michela Zanutto.
Di Maio (M5S) sul park: «Opera incomprensibile che non porta vantaggi»
Da Roma a Udine per vedere il parcheggio di piazza Primo maggio. Ieri il vicepresidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, ha scorso le carte insieme con i consiglieri comunali del Movimento e in perfetto stile Cinque stelle ha attaccato a testa bassa, arrivando persino a supporre «il pagamento di un debito elettorale: altrimenti è incomprensibile un’opera di questa portata che non porta nessun vantaggio ai cittadini, ma rischia addirittura di danneggiare la loro salute», ha detto scorrendo l’esposto presentato dal Gruppo.
A rincarare la dose ci ha pensato la capogruppo in consiglio regionale, Elena Bianchi: «Abbiamo sempre contestato quest’opera, perché inutile e dispendiosa e distrae da altre priorità della città. La presenza di Di Maio è importante per alzare il livello del dissenso». Nei giorni scorsi l’opera è finita anche nel mirino dell’Autorità nazionale anticorruzione. Dopo gli esposti presentati dai consiglieri comunali Claudia Gallanda (M5s) e Adriano Ioan (Identità civica), il dirigente dell’ufficio vigilanza lavori, Carlo Cresta, ha aperto un’istruttoria nei confronti della Sistema sosta e mobilità (Ssm) e dell’associazione temporanea d’imprese Vidoni Spa e Easy light impianti srl.
L’obiettivo dell’Anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, è verificare la legittimità delle procedure adottate per la realizzazione del parcheggio da 11 milioni di euro. La risposta dovrebbe arrivare entro settembre. Anche perché la richiesta dei documenti è del 13 marzo e Ssm e Vidoni hanno trenta giorni di tempo per la replica. L’Anticorruzione vuole fare chiarezza sulla concessione stipulata tra Comune e Ssm per la realizzazione dell’opera, sulla progettazione a base di gara, sull’importo dell’appalto, sulle variazioni emerse in sede di progettazione e sui pareri autorizzativi.
Michela Zanutto