“Le liste non complete? Significa che il vaglio interno del Movimento ha funzionato a dovere” afferma Alessandro Fraeloni Morgera, attuale candidato presidente della Regione FVg per il Movimento 5 Stelle.
Mi preme evidenziare alcune contraddizioni di questa affermazione:
Intanto, affermare che una lista minimale -solo sette candidati invece dei diciotto previsti- sia il successo di un “vaglio romano” è quantomeno deleterio per la pretesa che il risultato del parlamento possa ricadere pari pari in questa regione autonoma, soprattutto quando tutti gli altri partiti, anche i minori, hanno riempito le loro liste.
Sarebbe stato meglio -più onesto- affermare che con la formazione delle liste si son voluti escludere i non graditi a Trieste. Quella stessa Trieste che da sempre cuce e disfa per sé, dimenticando il Friuli e la Carnia, in una continua imposizione che fa a pugni proprio con il concetto di regione Autonoma. I dissapori in tutto il Friuli e in Carnia dimostrano proprio questo.
Di tutto ciò, poi, nessuna chiarificazione è stata data agli esclusi, come nessuna risposta è giunta alle molteplici richieste di chiarimento, e non solo alle mie.
Se non avete il coraggio, o la capacità, per rispondere a noi, come potrete avere il coraggio per contrastare chi è ben più potente di noi?
Soprattutto dopo l’attuale arruolamento di ex DC (direzione nazionale della stessa fino a sei mesi fa) nelle fila del M5S, coadiuvato da certuni, che tentano di emulare Marco Pannella scordandosi che l’IDV era di Di Pietro. È vero che Paolo Menis mi ha mandato un paio di documenti, giustificanti l’ingresso nella lista comunale per Udine di Denny Morgillo, purtroppo però privi di data.
Come si può parlare di “partecipazione” quando proprio il candidato presidente -scelto da Luigi di Maio- non si degna di avvisare gli altri candidati regionali di un’assemblea e, soprattutto, della “lettera d’intenti” che, dalla base, veniva richiesto loro di firmare? Come sono cambiate le cose in appena cinque anni!
Per non dire delle ripetute violazioni del codice etico da parte di alcuni membri della lista, a esempio Michele Lisco e Luca Vignando, corresponsabili in atti -tra l’altro propedeutici alla propria attuale candidatura, come ebbi a dire più di un anno fa- che certo non hanno facilitato il lavoro di due consiglieri comunali regolarmente eletti a Udine, Paolo Perozzo e la sottoscritta.
Violazioni etiche peraltro messe in atto con le sue prevaricazioni anche da Elena Bianchi, consigliera regionale uscente.
Ribadisco, trovate il coraggio di rispondere, dicendo la verità.
Altrimenti la conclamata “onestà” diventa altrettanto conclamata “omertà”.
Claudia Gallanda
Consigliere comunale di Udine
M5s