Mentre all’interno del Pd ancora arieggiano accorate domande per lo “stupefacente” risultato elettorale, da cui è stato escluso “per eccesso di doping”, il Messaggero Veneto ospita la preoccupazione dell’ex assessore regionale Mariagrazia Santoro sul futuro dell’aeroporto.
Ma la decisione della vendita dell’aeroporto – in piena campagna elettorale e subito dopo un investimento di 18 milioni di euro (dei cittadini!) per i raccordi – non era il fiore all’occhiello proprio della gestione della giunta Serracchiani, di cui la stessa Santoro faceva parte?
Senza entrare nel merito della vendita al 45 o al 51 per cento, devo dire che se solo ora Santoro si accorge che questo loro fare causava perplessità, è evidente che i cittadini che non li hanno votati se ne erano già accorti, ancora quando Santoro faceva atto di presenza nel consiglio comunale di Udine a sostegno della vendita di Amga alla bolognese Hera, a opera di Furio Honsell. O quella non fu un’annessione di Udine a Bologna?
Perché ora tanto timore di una – forse – annessione di Trieste a Venezia?
Sarò daltonica ma percepisco una questione di colore.
A proposito di colore, su tutta questa vicenda spicca l’assenza del giallo, ovvero del M5S.
M5S che, nella schermaglia elettorale, si era dichiarato contrario alla privatizzazione, anche parziale, dell’aeroporto ma che ora sembra dormire il riposo del guerriero.
Invece che della Santoro, su questo argomento mi aspettavo un intervento di Cristian Sergo o di Ilaria Dal Zovo, che come membri della IV commissione (tra l’altro si occupa di viabilità, trasporti, porti e aeroporti civili) ne avrebbero avuto ogni titolo, soprattutto ora che il tema ritorna a essere caldo.
Dal mio piccolo suggerirei ai colleghi di Movimento una commissione specifica di approfondimento su questo iter, che presumo sia lungo e complesso.
Sempre che, per loro, l’agitar alabarde non sia divenuto troppo faticoso.
Claudia Gallanda
già Consigliera comunale di Udine
per il M5s
Mandato 2013-2018
Inviato al Messaggero Veneto il 08.07.2018.