– il 03 marzo 1978 la delibera n. 115 del Consiglio Comunale di Udine sancisce, letteralmente, che
“lo Stadio viene denominato ‘Stadio Friuli”;
– il 14 novembre 2011 la delibera n. 85 dello stesso Consiglio sancisce, letteralmente:
“Per nessun motivo deve essere modificato il nome STADIO FRIULI”
grazie all’emendamento del consigliere Franco Della Rossa, emendamento approvato quasi all’unanimità (unica astensione quella del consigliere Alberto Bertossi).
– quanto stabilito dalla delibera n. 85 sarà poi inserito all’interno dell’atto di trasferimento del diritto di superficie per 99 anni, redatto dal Notaio Peresson Occhialini nel 2013, all’art. 5, con la seguente dicitura, altrettanto letterale:
“al Superficiario non è consentito mutare la denominazione dello Stadio Friuli”;
Se noi consultiamo il vocabolario della lingua italiana, sotto “nome” -e “denominazione” ne è sinonimo- troviamo:
“la nozione di nome si associa a quella di ‘individuazione, precisazione’”;
oppure:
“il nome è una parte variabile del discorso con cui si designa una persona, un animale, un oggetto, un’idea, un sentimento, un’azione o un fatto”.
Ritengo quindi necessarie sia due puntualizzazioni che una domanda:
1) i termini “nome” o “denominazione”, qualora non diversamente specificato, si intendono nella forma estensiva, quindi comprensivi di ogni loro declinazione;
2) come ha rilevato anche il Consiglio di Stato, le insegne “erano state collocate prima ancora che il Comune decidesse sulla richiesta di autorizzazione”
Perchè, se l’Udinese Calcio S.p.A. era cosi convinta della validità delle sue tesi, non ha atteso il pronunciamento del Comune di Udine prima di procedere all’installazione delle due enormi insegne “Dacia Arena”?
A mio modesto avviso, per almeno “un milione” di buone ragioni…
Claudia Gallanda
già Consigliere comunale di Udine
per il M5s
Mandato 2013-2018
Nonchè autrice di numerosi esposti/segnalazioni relativi all’Udinese Calcio S.p.A.