Ai quattro onorevoli rappresentanti del Movimento 5 Stelle in regione, apparsi oggi – 24 gennaio – sul Messaggero Veneto, per annunciare con grande enfasi che sono alla fonda, per assistere, finalmente, all’imminente nascita di un partito che non c’è.
La sottoscritta, ex consigliera M5S, “espulsa” ma mai espulsa, localmente “sfiduciata” ma senza maggioranza, si sente quasi folgorata dalle dichiarazioni di Sabrina De Carlo, Luca Sut, Cristian Sergo e Mauro Capozzella, i primi due anche novelli “facilitatori”. A quanto pare, con le dimissioni di Luigi Di Maio da “capo politico”, la memoria di tutti loro si è completamente resettata.
Quindi vorrei ricordar loro la storia che hanno perso: per anni si sono dichiarati anti sistema, né di destra né di sinistra, né partito né frangia di partito, aperti all’ascolto di idee innovative ma poi, nei fatti, chiusi all’ascoltarle.
Un movimento non di persone “amiche” ma che nei fatti guarda solo agli amici. Un movimento che, dalla volontà di “aprire la scatoletta di tonno”, è ormai il tonno chiuso nella scatoletta.
Non c’è da stupirsi che ora vogliano “fondare” la piattaforma del “partito 5 stelle”. Correttamente si dovrebbe dire “affondare”, dato che, con la loro “apertura/chiusura”, hanno affossato tutto qui in Friuli, come dimostrano gli ultimi risultati elettorali, con una perdita progressiva di consensi, da 5 a 2 rappresentanti a Udine, da 5 a 4 in regione.
Le vostre affermazioni di “solidità, coesione, assenza di dissidenza” nel “movimento delle origini”, quando non c’è più nessuno ad ascoltarvi ed è proprio il movimento delle origini che da anni si è dissolto anche grazie a voi, che vi siete considerati arrivati, riflettono ciò che non siete e appaiono solo goliardia.
Anche gli elogi a Patuanelli, colui che ha sempre avuto i contatti giusti nelle “alte sfere” ma che localmente ha prodotto il deserto dei tartari e una debacle – insieme al Veneto- tra le più clamorose d’Italia, sembrano solo l’ennesima compravendita di indulgenza per un posto al sole, o anche a mezz’ombra purché sia un posto; sono infatti memorabili le guerriglie epiche tra quel di Trieste e quel di Pordenone, che boicottavano ognuno a suo modo le riunioni regionali, per non dire dell’assenza completa della parola “Udine”.
Un augurio ai due nuovi “facilitatori”: possono fare esperienza con gli altri due, finché dura.
Claudia Gallanda
già consigliere comunale di Udine
per il M5s