Purtroppo quando chi sfiducia non ha nemmeno fatto la fatica di aprire le poche pagine del Regolamento dei Consigli di Quartiere, e forse nemmeno l’assessore competente, siamo del gatto!
Quando poi un Presidente della 2° Commissione Territorio e Ambiente, GRAVEMENTE E RIPETUTAMENTE INADEMPIENTE sul Regolamento del Consiglio comunale, pure avvocato, si permette maldestramente di dare lezioni di procedura, cadiamo dalla padella nella brace.
E siamo proprio fritti!
E poi, come ciliegina sulla torta, consiglieri di quartiere che hanno paura di palesare la loro appartenenza o segnalazione politica (sono tutti delle associazioni!!!).
La presidente Miriam Di Vico, con la sua inopportuna auto-convocazione in un luogo che poteva contenere solo una decina di persone, pare abbia fatto lo stesso “errore” che contesta, ma non in maniera formale, alla rivale Anna Chiarandini.
Peccato però che, in base all’art. 6 del Regolamento dei Consigli di quartiere, al comma 1, sia proprio “l’Amministrazione Comunale che garantisce l’attività dei Consigli di Quartiere, assegnando loro una sede idonea allo svolgimento delle funzioni e la dotazione necessaria all’ordinato svolgimento della loro funzione”.
Cosa che, pare, non abbia fatto né in questa occasione né in quella precedente.
In questa “tentata sfiducia” si sono violati ben 5 termini di regolamento, come da volantini da me portati stasera:
E, IN ULTIMO, SULLE SALE E LA RESPONSABILITA’ NEL MERITO:
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